Armi chimiche e dove trovarle

15.04.2018

La Siria come nuova vittima delle missioni umanitarie occidentali.

Di Matteo Parisi

Il 19 aprile del 2011 Bashar Al Assad diceva:

 " Gli islamisti e le forze coloniali straniere vogliono destabilizzare il Paese ".

Un chiaro messaggio reso pubblico dopo le prime manifestazioni contro il proprio Governo, le quali, anche se inizialmente pacifiche, avevano ricevuto l'infiltrazione di diverse "gang di sobillatori armati" poi scoperti essere gruppi terroristi rappresentati principalmente da ISIS e Jabhat Al Nusra.

Inizia così una guerra civile tra i cosiddetti "ribelli moderati", sostenuti dall'occidente e dalla "mezzaluna sunnita" (Turchia, Qatar, e Arabia Saudita) per cercare di prendere il controllo del Paese dall'esterno, e il Governo di Assad, evidentemente colpevole di non essere allineato a certi voleri di carattere imperialista dell'occidente.

Il conflitto siriano, come quello del Vietnam, è anche famoso poiché constatiamo una sconfitta delle pressioni americani ed europee nei confronti di un governo che resiste e riesce a riprendere il controllo del proprio Paese nonostante le tante infiltrazioni di Paesi stranieri e gruppi terroristici a favore dei ribelli.

Ci si chiede, a questo punto, come si possa evitare una sconfitta definitiva dell'occidente in medio-oriente rischiando di non avere una propria egemonia in certi territori per isolare l'influenza russa.

Perché non accusare Assad di utilizzare armi chimiche contro il suo stesso popolo? Quale modo migliore per invogliare la comunità internazionale e soprattutto la pubblica opinione ad intervenire contro il governo siriano? Poco importa se non ci sono prove e nemmeno motivazioni valide, considerando il fatto che, strategicamente parlando, le forze governative avevano praticamente vinto la guerra ed utilizzare tali armi sarebbe stato controproducente sotto tutti i punti di vista.

Accuse di questo genere, attraverso i soliti canali "Fake news" di regime, si sono verificate più volte e non a caso, al giorno d'oggi, alla favola delle missioni di pace non ci crede più nessuno.

Nel 2003, il segretario di Stato USA accusa pubblicamente l'Iraq di possedere armi chimiche anche se poi, tali armi, non verranno mai trovate ma la guerra, per tali accuse, iniziò ugualmente e portò alla caduta del regime di Saddam Hussein. Mentre nel 2011, dopo le prime rivolte contro Gheddafi in Libia, venivano pubblicate foto di fosse comuni utilizzate per seppellire i nemici del regime Gheddafi per poi rivelarsi delle semplici immagini del cimitero di Sidi Habed. 

In questo sistema di potere quindi troviamo il ruolo fondamentale dei media occidentali dimostrando che oggi, con il caso siriano, gran parte dei governi occidentali perdono il pelo ma non il vizio.

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