Combattere per la Libertà contro magliette e pauperisti

21.07.2018


Tra la sessione estiva, i mondiali, i Consigli Europei, dover comprare magliette di un colore diverso ogni giorno, siamo stati un po' assenti, ma abbiamo assistito a ciò che sta caratterizzando la scena attuale. Il Governo giallo-verde guidato da Giuseppe Conte, insediato da quasi due mesi, è in realtà capitanato da Matteo Salvini il quale, continuando ad avanzare nei sondaggi, ha messo all'angolo l'altro vice primo ministro e annientato l'inquilino di piazza Colonna. Poi abbiamo visto in tv, sui social, in terra e in ogni luogo coloro che hanno deciso di spendere il proprio tempo fotografandosi con magliette multicolore a seconda della supercazzola sostenuta, scalando la vetta delle tendenze su Twitter solamente perché vomitare accuse a casaccio è più mainstream che educarsi a ragionare. Da ultimo in questa breve miscellanea di flash, la modernità italiana filo abortista si è scagliata contro lo spot pubblicitario della Chicco, che sapientemente invita a fare un altro boom demografico, irriverente nei confronti sia dei sessantottini sia degli ultrà dell'ipernatalità.

Cerebroguidati da Casaleggio, i soci di maggioranza del governo hanno come fine ultimo l'annientamento della Libertà in nome di quella balla dell'onestà. Sì, perché grazie all'ingresso di Rocco Casalino quale portavoce di Conte, da oggi la libertà di stampa non è più certa, a meno che non si tratti di un organo di propaganda come il Fatto quotidiano. E perchè grazie all'ingresso di Piercamillo Davigo nel Consiglio Superiore della Magistratura, siamo tutti presunti colpevoli. Davigo, pm dell'inchiesta Mani Pulite, che ha sbaragliato la Politica e colpevolizzato chiunque dal 1994 ad oggi, ritiene che non è vero che, come stabilito dal diritto romano germanico, i cittadini siano innocenti fino a prova contraria, quanto piuttosto tutti siamo colpevoli di qualcosa a prescindere, e conseguentemente spetta a noi dimostrare il contrario, pena la gogna e la persecuzione giudiziaria eterna. Ma non basta, accusando colleghi ministri, FMI, Ragioneria di Stato, poteri forti, l'area 51 e le scie chimiche di complottare contro di lui, il superministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi di Maio, ha testé presentato il 'decreto dignità'. Questo disegno di legge reso salvifico dagli onorevoli portavoce pentastellati non sarà altro che un macigno sull'economia italiana e un freno alle imprese che continuano a subire tasse esorbitanti: la concretizzazione del progetto pauperista di decrescita felice secondo cui 'povero è bello' e 'se tutti abbiamo di meno, siamo tutti uguali e contenti'. Non solo si perderanno 8mila posti di lavoro all'anno, ma anche tutte le imprese del Nord Est che negli ultimi tre anni sono state la locomotiva della ripartenza, tireranno il freno a mano. Per di più i contribuenti spenderanno 7,4miliardi di tasse per rinazionalizzare il carrozzone Alitalia, ormai morto e sepolto, anziché vendere.

Nel frattempo, mentre gli italiani si dividevano tra sostenitori della Francia e tifosi dei croati vendicando il rientro della Gioconda regalata da Leonardo ai francesi, per ripicca nei confronti dei mangiabaguette cugini d'oltralpe, accadeva che in molti protestavano contro la chiusura dei porti italiani a suon di magliette rosse instagrammate e pubblicate su tutti i social media. Il Consiglio Europeo che si è tenuto a fine giugno ha sancito una clamorosa debacle politica e diplomatica che ha visto il Presidente Conte uscire dal vertice di Bruxelles solo con degli insuccessi. Ma tralasciando l'incapacità di trattare del Presidente del Consiglio e del suo non rendersi neanche conto di averci consegnato a Macron e Orban, occorre forse soffermarsi sulla totale assenza di senno che vige tra i vertici dell'Unione Europea. Non solo non sono stati stabiliti hotspot strategici direttamente sul continente africano, ma non viene sancito nessun obbligo di ricollocamento tra tutti i paesi Ue dei migranti economici, cioè il 90% di coloro che arrivano in Italia. Inoltre è stato preso un impegno sulla limitazione dei movimenti secondari. Il rischio è che da domani Berlino possa rispedire indietro in Italia migliaia di migranti sbarcati in origine sulle nostre coste e poi transitati verso i paesi del Nord. Tutto questo perché Macron non ha interessi né ad aprire i porti francesi, né ad allentare la corda sulle politiche migratorie nazionali, Merkel rischiava la caduta del governo a causa dei conflitti interni col ministro bavarese Seehofer, Orban porta coerentemente avanti la propria politica come leader di Visegrad e Sanchez, neo Presidente del Governo di Madrid, continua la chiusura dei porti iberici, accettando come un vero prodigo missionario una cinquantina di migranti. Allora, forse, di fronte all'incapacità europea di produrre soluzioni sensate e solidali in primis nei confronti di noi, concittadini dell'Unione, va tenuto conto che chiudere i porti italiani è la scelta coerente in linea con le attuali politiche dei nostri colleghi continentali, mediterranei e mitteleuropei. Il punto non è dare atto che gli sbarchi sono calati dell'87% grazie al Minniti Compact, o riconoscere che non è in atto una crisi come tre anni fa. Il punto è che non possiamo perdere la libertà di salvare. Continueremo a salvare e ad essere solidali, ma viene spontaneo chiedersi perché noi italiani non possiamo avere la libertà di salvare, consapevoli che non verremo sfottuti o lasciati soli dai partner europei. Ma viene anche spontaneo chiedersi se sia libertà o semplicemente populismo urlare sui social di rosso vestiti, senza realtà sotto mano, ma solamente per il gusto e la brama di propagandare ulteriore odio gratuito verso chi prende determinate decisioni che smascherano interessi di altri Paesi.

Da ultimo, Chicco, brand di prodotti per l'infanzia, ha scatenato il risentimento delle associazioni compulsivamente impelagate col sesso, con l'aborto e l'eutanasia per aver lanciato uno spot capolavoro nel suo genere: hanno capito che per vendere all'infanzia bisogna che ci sia l'infanzia. Ma non solo: "fare milioni, trilioni di bambini, moltiplicarsi all'infinito per riportare l'Italia dove è giusto che stia". Rimettere al suo giusto posto l'ordine della natura è, in questo senso, un atto davvero trasgressivo. C'è, dentro una gergalità scanzonata, un'allusione di felicità e di generare che riflette l'esigenza di una realtà diversa che va in controtendenza rispetto alla modernità. Guardano un pubblico prepolitico ma anche postelettorale pronto a tutto, uno strepitoso manifesto danzante di carnalità e di spirito, invita ad essere liberi. Immaginano una riscossa combattiva dell'arte di amare, una specie di rinnovamento di un popolo che cerca il populismo dove non c'è libertà. Forse proprio perché l'atto amoroso ha a che fare con la libertà e con il mistero di un incontro.

George W. Bush affermò che "Esiste un'unica forza nella storia che è in grado di infrangere il regno dell'odio e del rancore: quella forza è la libertà umana." Ecco dunque che catapultati in questo bailamme di esasperazione non resta che combattere, combattere e combattere in difesa della Libertà. "Il cuore dell'uomo non può rassegnarsi al divieto ultimamente nichilista rinunciando all'ipotesi che ogni possibile - tutto il possibile - sia realmente possibile." [A. Scola, arcivescovo em. di Milano, 24/06/18].

Matteo Sgubbi

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