Il Golpe Bianco
Di Matteo Parisi

A servizio delle agenzie di rating e delle pressioni straniere il Capo di Stato ha superato il suo predecessore con la sua violenza politica al limite della Costituzione senza l'uso di carri armati
Il veto del Presidente Mattarella nei confronti del candidato ministro all'economia Paolo Savona è stato il punto di rottura tra il Capo di Stato e le due forze politiche, di stampo sovranista, che hanno vinto le elezioni del 4 marzo. Siamo arrivati, così, alla rinuncia del premier incaricato Conte per la formazione del governo e poche ore dopo Mattarella ha conferito l'incarico a Carlo Cottarelli, come se avesse previsto già questa situazione e, casualmente, aveva già pronta una lista di ministri da consegnare al Presidente.
Si è attuato, in questo modo, una forzatura politica del Capo di Stato per indirizzare le politiche del nuovo Governo anche se, tale compito, spetta solo ed esclusivamente al Parlamento, il quale essendo rappresentante del popolo è, costituzionalmente, sovrano.
Vista la situazione assistiamo ad un Golpe bianco ai livelli del monarchico Edagrdo Sogno nel 1974 con l'intento di escludere dalla scena politica il Movimento Sociale Italiano ed il Partito Comunista al solo fine di vedere realizzata una Repubblica Presidenziale ultra-liberale senza freni e, infatti, oggi ritroviamo una situazione simile che porta all'esclusione dagli organi di Governo di soggetti, che seppur preparati, hanno l'unica colpa di essere critici nei confronti delle politiche europee o aderenti a correnti sovraniste che, evidentemente, non piacciono a qualche cancelleria europea che tutto vogliono, tranne che il bene per l'Europa.
Non a caso l'ormai "non ministro" Savona, in una lettera di risposta al Presidente, scrive:
"Si tratta di decidere se gli europeisti sono quelli che stanno creando le condizioni per la fine dell'UE o chi, come me, ne chiede la riforma per salvare gli obiettivi che si era prefissi."
Bisogna ricordare, inoltre, che l'indirizzo politico di un Governo è dato dal voto e non dal Presidente della Repubblica, infatti l'articolo 92 della Costituzione concede al Capo di Stato il potere di nomina ma la fiducia, secondo l'articolo 94, spetta al Parlamento e quindi alla rappresentanza del voto popolare ed anche la revoca di un Ministro può avvenire attraverso il voto delle Camere (sentenza n. 7 della corte costituzionale del 1997).
Inoltre è parere di molti costituzionalisti(di conseguenza di molti manuali di diritto pubblico) come Costantino Mortati ed i suoi allievi, che il potere di nomina non è discrezionale del Presidente della Repubblica, infatti se non ci fossero proposte da parte del Presidente del consiglio il capo di Stato non potrebbe nominare nessun ministro poiché la proposta dei ministeri deve avvenire, per costituzione, dal Presidente incaricato.
Mattarella può cercare di indirizzare un Governo solo in casi di instabilità politica e scarsità di maggioranze, ma visto l'accordo tra Lega e M5s il PDR dovrebbe limitarsi nel suo ruolo di garante della costituzione e non cercare di porre veti solo perché non condivide le posizioni politiche di un candidato ministro.
Ma il tutto sembra essere giustificato, in primis dal Presidente e sudditi vari che non hanno accettato la sconfitta elettorale, dal fatto che, tale veto, è stato dettato da una "scelta tecnica per tutelare i risparmiatori" e soprattutto per i loro mutui visto l'aumento dello spread di cento punti base. I demagoghi finanziari, però, dimenticano che, considerato il calcolo dello spread in punti base, parliamo di un aumento (che seppur considerevole) è solo di un punto percentuale e che aveva livelli quasi simili durante il moderato Governo Gentiloni. Inoltre i dati in questione riguardano i titoli di Stato e non di certo i tassi d'interesse sui mutui come molti in modi velati e non velati cercano di far intendere cercando di strumentalizzare la paura dei cittadini che, dopo le speculazioni finanziarie contro Berlusconi, non si faranno più spaventare.
Quanto stiamo vivendo è un golpe bianco riuscito con la complicità di qualche agenzia di rating, lobby finanziaria ed anche potenze straniere che dettano legge a casa nostra, in un Paese che, formalmente, è ancora sovrano..
Accettare tutto questo significa rendersi complici della svendita del nostro Paese e se queste sono le condizioni ben venga l'Impeachement su Mattarella.

