Il Governo di carta. Solo la libertà ci salva.
"La cultura attuale è dominata dalla negazione dell'esistenza di una realtà da interpretare. La realtà diventa superflua, la libertà indifferenza e non siamo più abitati dalla struggente passione per la verità." Così bandiva il nichilismo l'ex arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra nel 2004.
Anche oggi ci troviamo di fronte alla totale negazione della realtà, con forze politiche che non solo non fanno nulla per rendere le verità tali, ma annientano qualsiasi umanità per non avere ostacoli. In Italia le due forze che stanno formando il governo hanno fatto bandiera dei voleri e degli istinti più bassi delle persone, per poi rivelarsi unicamente bramose di potere, anche sacrificando i principi fondamentali di libertà. In Italia assistiamo all'annientamento della politica in favore del peggiore mercanteggiare possibile. Partendo dall'epilogo anziché dal principio, la Lega e il Movimento 5 stelle stanno tentando di trovare le basi su cui formare il governo, con l'idea ultima di esautorare lo stato di diritto e la liberaldemocrazia. Di Maio e Salvini hanno pensato per l'appunto di redigere un elenco di cose per poi affidarle a un premier fantoccio.
Innanzitutto è fondamentale sottolineare alcuni punti di questo 'contratto', la cui definizione evidenzia ogni sorta di afflato di ignoranza. I contraenti stabiliscono che verrà scelto "l'esecutore del contratto": non conoscendo la separazione dei poteri democratici tra legislativo, esecutivo e giudiziario, hanno in mente di porre a capo dell'amministrazione statale, un burattino di cartapesta che esegua pedissequamente i dettami. Peraltro, eventuali "divergenze interne al Governo, saranno risolte da un 'comitato di conciliazione', formato dai due leader e dai capigruppo." Sostanzialmente se un ministro oserà pensare con la propria testa, verrà messo a tacere. L'alter ego di ciò, in altri tempi sarebbe stato il Gran Consiglio del Fascismo, e oggi come allora uno pseudo movimento ha un terzo dei consensi. Procedendo nella to-do-list, compare un referendum consultivo sull'uscita dall'euro: secondo l'economista della Lega, Bagnai, sarebbe possibile uscire dalla moneta unica in un fine settimana. Come spiega nel suo ultimo libro, basterebbe chiudere i conti correnti degli italiani per evitare che portino i capitali all'estero, e a quel punto, come accaduto in Grecia, andrebbe stabilita una quota fissa settimanale che gli italiani potrebbero prelevare dal bancomat. Ma non basta, il governo farebbe richiesta alla Banca Centrale Europea di cancellare 250 miliardi di euro di debito pubblico italiano, una volta conclusa la procedura di acquisto di titoli di Stato col quantitative easing. L'idea è giuridicamente illecita perché va contro il trattato istitutivo della BCE che vieta che possa agire a favore di singoli Stati o istituzioni. Discutono inoltre se inserire nella bozza qualcosa relativo alla giustizia, come il cosiddetto 'agente provocatore', tanto caro ai pentastellati ma totalmente opposto ai principi giuridici di civil law che fondano il diritto continentale romano-germanico. Non si parla poi di coperture economiche né tantomeno si fa riferimento al completamento delle grandi opere, come la TAV Torino-Lione, il Terzo valico, la variante di Genova, il MOSE di Venezia, o l'approdo del Trans Atlantic Pipeline.
Di fronte a uno scenario da Venezuela, in cui il premier incaricato di un Governo in stile "La casa di carta", altri non potrebbe essere che Maduro, sarebbe auspicabile che le istituzioni europee evitassero di lodare le politiche dei governi italiani degli ultimi cinque anni, scatenando l'odio di queste forze politiche oggi vincenti. Quell'Europa assennata, pragmatica e solidale non dovrebbe redarguire il terzo Paese dell'Unione che si trova preda dell'antieuropeismo, dovrebbe piuttosto smettere di acconsentire silente all'azione e alle politiche dei Paesi del Visegrad. Se veramente volessero fare il bene degli italiani, sarebbe opportuno che di fronte alla Commissione e al Consiglio, Salvini, Di Maio o chi per loro, ricordassero che la maggior parte dei Paesi si trova allo 0% dei ricollocamenti dei migranti, la Germania solo al 30% e la Francia al 17%. Se volessero fare gli interessi dell'Italia, sarebbe il momento di opporsi alla situazione che vede i grandi Paesi contribuire al bilancio comunitario senza ricevere alcunché, e Paesi che non contribuendo ricevono proporzionalmente a quanto versato da Germania, Francia, Regno Unito e Italia. La vera questione è che nonostante siano dei meri riceventi di fondi europei, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania e Bulgaria si oppongono a qualsiasi decisione che vada a favore dell'Unione nel suo complesso.
Ascoltando gente che dice di stare scrivendo la storia, verrebbe da suggerire che prima la storia andrebbe studiata. O ascoltando le minacce eversive fatte da Di Maio, che inneggia ad "azioni non democratiche se fallisce la democrazia rappresentativa", viene da chiedersi dove siano finiti quei magistrati giustizialisti della prima ora che raccolgono fascicoli come le margherite. Ascoltando le dichiarazioni dei partiti al Quirinale, ci troviamo innanzi alla totale assenza di formalità, cerimoniale e solennità che sarebbero fondamentali per dare valore e senso alle istituzioni. I capisaldi di educazione, temperanza e moderazione sui cui i costituenti rifondarono l'Italia vengono spazzati via da un vocabolario di cinquecento parole e intercalari da mercato del pesce che non fanno altro che allontanare gli individui dalla riverenza, dal rispetto e dalla fiducia che andrebbero ritrovate nelle istituzioni.
Dinnanzi a questa realtà è necessario ritrovare il coraggio di opporsi, utilizzando la libertà come baluardo contro la dittatura dell'uguaglianza e l'esautorazione della liberaldemocrazia da parte di società private. Tornano utili le parole del premio Nobel Aleksandr Solgenitsin, pronunciate nel giugno del 1978 in occasione del ricevimento della laurea ad honorem da parte dell'Università di Harvard: "Il mondo occidentale ha perso il suo coraggio civile ed è passato dalla marcia trionfale a uno stato di debilitazione, dovuto alla tendenza all'autonomia umanistica dell'uomo. Ci sono ancora molte persone coraggiose, ma concretizzano in dubbi la loro azione. Dovremo salire all'altezza di una nuova visione dove la natura umana non sarà più calpestata."
L'auspicio è che mettendo alla prova questi fantomatici 'portavoce dei cittadini', troviamo il coraggio di ammettere il pericolo che contraddistingue loro e le srl che li teleguidano per annientare l'individuo. La libertà è la forza della natura umana e la salvezza arriverà.
Matteo Sgubbi