Quella nauseante retorica antifascista sul caso Ostia

12.11.2017

di Matteo Parisi

Nella nostra bella Italia è, da un po' di tempo, consuetudine delegittimare l'elettorato dei partiti non conformi alla solita, aggiungerei anche triste, dialettica politica italiana.

Un, ormai noto, esempio è il caso Ostia, ovvero quel risultato, sopra le aspettative, del movimento di estrema destra Casapound raggiungendo, nelle amministrative del Municipio, il 9,08% dei voti, diventando la quarta forza politica di Ostia. In una normale democrazia tale risultato potrebbe essere , al massimo, studiato dal politologo di turno per spiegare, senza fini propagandistici, quel risultato sopra la media nazionale di Casapound. Considerato che, purtroppo, non siamo una normale democrazia, delegittimare l'elettorato è diventata pratica comune della sinistra in generale e, nelle ultime elezioni, anche dai grillini.

Si ritorna a parlare di fascismo, sostenendo che chi prende più del 9% ad Ostia non merita neppure di esprimere le proprie idee ma, vedendo questi risultati, questa assurda retorica perde valore. Di conseguenza perché non sfruttare l'aggressione (ad Ostia) di Spada nei confronti di un giornalista Rai(Nemo)? Di certo è l'occasione migliore per demonizzare l'avversario ed iniziare una campagna mediatica contro Casapound e, in alcuni termini, contro la destra della Meloni,  poiché i primi sono colpevoli di aver avuto l'appoggio di Roberto Spada in un semplice post su Facebook(senza nessun tesseramento o appoggio elettorale) mentre per i secondi è ancora abbastanza oscuro il motivo di questa insulsa accusa.

Il Partito di Grillo dimentica che Roberto Spada,  a differenza di quanto fatto con Casapound, ha dichiarato pubblicamente di volersi addirittura candidare con la lista pentastellata mentre la sinistra, nei suoi sermoni antifascisti, dimentica a sua volta che la palestra dell'aggressore ha partecipato alle sue iniziative, come alla festa della liberazione del 25 aprile. Se gli Spada sono così brutali e fascisti, ci si chiede come abbiano fatto questi soggetti a non intervenire prima. Probabilmente, per loro, non sono i malavitosi di Ostia il vero problema ma, come sempre, la destra xenofoba e fascista.

Continuare ad attaccare un fenomeno, che non esiste più da circa 70 anni, con questa nauseante retorica antifascista sarà solo un insulso tentativo di giustificare i fallimenti elettorali di forze politiche che hanno smesso da tempo di occuparsi dei problemi del Paese per garantire una propria posizione di prestigio, ricordandosi di pensare ai cittadini solo in caso di lotta al fascismo ed al populismo in generale, come se si giocasse a mosca cieca. 

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